È un pomeriggio freddissimo, a Milano. La gente ferma e pronta a partire con i bagagli parcheggiati accanto alle gambe intirizzite è muta, sospesa. La nebbia è malinconica, i respiri fumanti. Persone di tutte le età, di ogni colore, con la vita divisa in più luoghi, che vanno a trovare qualcuno o che partono sperando di trovare qualcosa. Gli occhi pieni di incognite, di speranze, di consapevolezze, di attese. Un ragazzo del sud Italia si confronta con i parenti fermi accanto a lui, poi fa il giro dei viaggiatori che si stanno allontanando da una panchina per capire a chi appartenga una serie di tessere rinvenuta per terra.
Trova la proprietaria, poco più grande di lui; un sorriso, un grazie, una cosa bella… da Natale.
Alcuni giovani uomini di colore guardano l’orologio e temono un ritardo, un’anziana gira tra la gente con i suoi guanti bucati chiedendo l’elemosina. Chissà che storia, la sua. Chissà che storie, dentro ciascuno di loro.
E in questo freddo pregno di cose che scaldano, eccola: la commozione.
Tra tutti ci sarà certo qualcuno che torna sapendo di non trovare più un affetto, o chi parte sperando in un ultimo saluto, temendo di perdere presto un pezzo di sé. È una bellissima cosa, l’andare da chi ti aspetta. Una sana abitudine, un appuntamento che reputiamo dovuto e scontato.
Ma la vita, la vita sa fare tanto male. La vita toglie. La vita ha questo rovescio tremendo chiamato morte. Ci pensa la vita a farci piangere disperatamente, mi chiedo perché ci si metta anche noi. Perché non ci si impegni soltanto con il godere del bello e del calore umano, finché c’è, finché dura. Finché possiamo.
Vorrei che fosse sempre così: la gente che vive, va, viene, in silenzio rispettoso. Senza interrompere il silenzio pregno di vita, e gioie, e drammi degli altri. Gente che sappia aiutare senza aspettarsi medaglie, gente che sappia chiedere senza pretendere.
Questo posto a tratti mi sembra magico. Questo tempo, destinato a finire, a me sembra Natale.
(Gabriela Pannia)
18 dicembre 2018 at 19:02
Le stazioni…il centro del mondo…tante vite…mille domande,sempre le stesse.
Molto bello il tuo pensiero.
Speriamo sempre in meglio.
Buon tutto!
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19 dicembre 2018 at 20:09
Siamo metaforicamente tutti in stazione, no? Chi va, chi viene, che spera, chi teme. Stranissima la vita, eppure detestarla del tutto non si può. Grazie, Caterina. Buonissime cose anche a te 😊
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19 dicembre 2018 at 9:36
Anche tu sei di Milano? 🙂
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19 dicembre 2018 at 20:07
A Milano ci vivo da 20 anni, originariamente sono del sud. Calabria, per la precisione. 😊
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20 dicembre 2018 at 20:15
Allora magari ci incroceremo qualche volta! ^_^
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22 dicembre 2018 at 1:40
Chissà 😊
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22 dicembre 2018 at 13:22
Sìì ^_^
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