Gabriela
Per me scrivere è come fumare una sigaretta che non fa male, come prendere un caffè con un'amica di cui ti fidi e a cui racconti tutto, tanto le confidenze resteranno tra di voi.
È come pronunciare una preghiera e aspettare che il cielo si faccia vivo, o come fare una passeggiata nei boschi per smaltire ansie e preoccupazioni.
È come mangiare un ghiacciolo per riprendersi dal caldo, o accarezzare un gatto con l'intento di recuperare la meraviglia di quando si era bambini.
È come quell'oretta che ti ritagli per alzare il capo e fissare le stelle, come quei silenzi solitari che ti scavano dentro e ti maturano.
È come la cioccolata bollente nel pieno dell'inverno, o come quel salto nelle pozze di pioggia che ti concedi in barba all'età.
Scrivere è una medicina; in certi periodi ne senti un gran bisogno ed esageri, in altri senti di dover staccare la spina e farne a meno.
Ma non perde mai la sua importanza, né per te smette di essere cara.
È lì... pronta a rendersi utile quando la richiami perché è giunto il momento.
È con te, per te, in te.
È il canale di sfogo del mio spirito.
(Gabriela Pannia)
10 ottobre 2019 at 8:50
“Per sempre” locuzione dal fascino temporalmente magico e magnetico, finché dura.
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10 ottobre 2019 at 8:54
Le cose sincere e istintive possono durare per sempre, invece. Io credo molto nelle affinità. E quando si è affini non finisce niente, al massimo si trasforma in qualcosa di comunque significativo. Opinione personalissima. 😊
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10 ottobre 2019 at 9:04
Si dice che nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma; certo, si parla di materia, e l’amore è l’antitesi della materialità; eppure, in quell’atto di trasformazione di qualcosa di diverso, a mio parere, si perde qualcosa, al di là della sincerità e dell’autenticità del sentire.
Il tempo opera, sempre secondo me, su tre fronti: su di me, sull’altra o altro, sul Noi. La costante tempo, quindi, va a generare un’interazione tra tre diverse variabili, ciascuna delle quali risponde in modo differente alle sollecitazioni dell’incedere dei giorni; si cambia ogni giorno, ogni giorno si aggiunge o si toglie qualche parte di sé, e ci si può ritrovare di fronte ad una sconosciuta, o sconosciuto, pur avendola fisicamente al proprio fianco.
A me piace leggere di opinioni diverse dalle mie, perché sono sempre pronto a prendere il meglio che la vita mi offre.
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10 ottobre 2019 at 9:16
Io come te trovo le opinioni diverse stimolanti, spingono a farsi domande e farsi domande è il fulcro della conoscenza. Ci sono persone che, a un certo punto, addirittura allontaniamo e diventano per noi perfetti sconosciuti. Ci chiediamo persino come abbiamo fatto a tenerle per un po’ (anche tanto) nelle nostre vite. Nasciamo con le “affinità”, poi sin da piccoli ci insegnano che “bisogna interagire con tutti”. Alle affinità sostituiamo la praticità ed ecco che anche le relazioni future sono pratiche, “convenienti”.
Mi piace pensare che se hai la grandissima fortuna di incontrare una persona che ti capisce al primo sguardo, a quella persona sarai legato per sempre. Se non sarà più amore o amicizia poco importa. Le rivolgerai un pensiero e ti sentirai grato alla vita per averla incontrata, perché ti ha lasciato qualcosa di buono e ti ha migliorato. Non ti è mai successo? A me succede persino con persone che mi hanno fatto del male. Anche la “gratitudine” è una mutazione (a più passaggi). Se quella persona, nel bene e nel male, non ti ha lasciato niente, torna niente. Scordi persino di averla frequentata.
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10 ottobre 2019 at 9:27
Nella mia personale esperienza, senza supponenza, ma con profonda consapevolezza, non sento gratitudine se non per due persone che, a diverso titolo, sono passate nella mia esistenza: una è la mia maestra delle scuole elementari, l’altra è una donna con cui ho avuto una breve, ma intensissima relazione.
Per il resto, non sono grato perché ho dato veramente tanto, e, se mi guardo indietro, senza ricevere nulla che possa essere ricordato con un sorriso. Ovviamente, le responsabilità sono anche mie che, fino ad un certo punto, ho consentito di essere considerato una specie di bancomat emotivo; oggi non è più così. Per fortuna.
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10 ottobre 2019 at 9:36
Sono una maestra, il fatto che tu ricordi con gratitudine la tua maestra mi riempie di orgoglio. ❤️
Beh, io ricordo con gratitudine i miei nonni, ad esempio. Ed ho persone che mi hanno fatto male e ho scordato, ma anche persone che mi hanno fatto male e ricordo benissimo. Sono chi sono adesso anche grazie a loro, so di non voler essere come loro grazie a loro… se ci pensi non è poco. Poi amo leggere e la lettura mi ispira da sempre. Tra le persone a cui essere grata, ad esempio, io ho anche Leopardi e Carducci. Siamo spugne ma impariamo presto da cosa farci attraversare. Se incontrassimo solo persone belle certe lezioni le impareremmo? Noi ci conosceremmo a fondo come oggi ci conosciamo? E le sintonie di cui parlo sono merce rara, credo che in pochissimi le sperimentino sul serio. Però io che esistano lo credo davvero, forse come i bimbi con Babbo Natale, ma è una “coccola” che non voglio smettere di farmi.
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10 ottobre 2019 at 9:50
La mia maestra è stata fondamentalmente per la mia crescita, ed ha capito, silenziosamente, quale fosse la mia essenza, elemento al quale sto cercando, tentativo dopo tentativo, di tornare.
Sapere che tu sia una maestra mi ha fatto sorgere un sorriso che ti dono.
Concordo sull’utilità di chi non conosciamo personalmente, come nel caso che tu citi relativamente ai poeti; mi piace, però, l’idea che gli incontri “belli” avvengano con persone vere, reali, concrete, perché sono coloro che, guardandoci negli occhi, possono parlarci pur rimanendo in silenzio; la sintonia, quella autentica, è effettivamente rara, ed io la considero un dono della vita, che, mi piace pensare, voglia in tal modo risarcire il danno creato dagli incontri brutti che di certo hanno contribuito ad erigere l’uomo che oggi ti parla.
Ci credo anch’io, perché Babbo Natale, se rimani in fondo un bimbo, esiste.
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10 ottobre 2019 at 9:59
Certo, le persone vere sono altra cosa. Diciamo che i poeti e gli altri esempi “lontani” rimediano un po’ al fatto che, nel concreto, non si incontri tutta questa gente bella “positivamente illuminante”. Ma sai cosa? Oltre a credere a Babbo Natale preferisco “consolarmi” anche così. Sono per le sintonie, che ho sperimentato anche io poco, e non per le convenienze, che invece si trovano a vagonate. Sono per il poco e buono da sempre. Ma anche lì il tutto dipende dalle esigenze di ciascuno. Grazie mille per questo bellissimo scambio. 😊
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10 ottobre 2019 at 10:02
Nonostante la vita, continuo a credere alle sintonie, anzi alla sintonia, perché ne vorrei una, ed una soltanto.
La convenienza non mi si addice; anzi, mi si addice solo al supermercato.
Incontro molto gradevole.
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10 ottobre 2019 at 10:10
Grazie, buona giornata 😊
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10 ottobre 2019 at 10:10
Grazie.
Buona giornata anche a te.
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12 ottobre 2019 at 17:46
“Stesso posto” è eternità
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