Non so ancora quanto ci vorrà, ma per la prima volta da quando l’incubo è iniziato intravedo un po’ di luce. Wuhan che dimette il suo ultimo paziente, gli esercizi commerciali che chiudono di propria iniziativa per mero senso civico, le strade vuote e la gente che condanna in un sol coro chi trasgredisce, Codogno e gli altri luoghi che hanno pazientemente sopportato la quarantena che ora vedono il frutto dei propri sacrifici.
Non so davvero quanto ci vorrà, ma stamattina penso insistentemente al dopo.
Al primo cappuccino caldo dentro un bar e agli sguardi pieni di lacrime che scambieremo con chi avremo attorno, agli abbracci dei bambini, alle passeggiate che non dovranno schivare avvicinamenti minacciosi, alla bellezza dei contatti umani che stiamo riscoprendo profondamente.
Profondamente, sì.
Come quel cambiare d’animo che auguro a ciascuno dentro se stesso.
Perché alcune cose, specie quelle tremende, non vengono mai senza che ci sia un motivo.
Devono raccomandarci qualcosa: rallentare, forse. Rivedere le nostre priorità, spingerci verso un vero bene, farci fare qualche passo indietro affinchè riprendere il cammino significhi realmente progredire.
Per me scrivere è come fumare una sigaretta che non fa male, come prendere un caffè con un'amica di cui ti fidi e a cui racconti tutto, tanto le confidenze resteranno tra di voi.
È come pronunciare una preghiera e aspettare che il cielo si faccia vivo, o come fare una passeggiata nei boschi per smaltire ansie e preoccupazioni.
È come mangiare un ghiacciolo per riprendersi dal caldo, o accarezzare un gatto con l'intento di recuperare la meraviglia di quando si era bambini.
È come quell'oretta che ti ritagli per alzare il capo e fissare le stelle, come quei silenzi solitari che ti scavano dentro e ti maturano.
È come la cioccolata bollente nel pieno dell'inverno, o come quel salto nelle pozze di pioggia che ti concedi in barba all'età.
Scrivere è una medicina; in certi periodi ne senti un gran bisogno ed esageri, in altri senti di dover staccare la spina e farne a meno.
Ma non perde mai la sua importanza, né per te smette di essere cara.
È lì... pronta a rendersi utile quando la richiami perché è giunto il momento.
È con te, per te, in te.
È il canale di sfogo del mio spirito.
(Gabriela Pannia)
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