Amo gli sguardi di quelli sopravvissuti alla tempesta. Sanno essere l’arcobaleno per chi deve ancora attraversarla.
(Gabriela Pannia)
Amo gli sguardi di quelli sopravvissuti alla tempesta. Sanno essere l’arcobaleno per chi deve ancora attraversarla.
(Gabriela Pannia)
I fiori in una crepa sono come i superstiti in una tempesta: mentre gli altri non scommettono un soldo, gli interessati mettono in gioco anche l’anima.
(Gabriela Pannia)
– In questo momento il domani fa un sacco paura.
– Il domani è sempre un’incertezza.
– Ma adesso lo è di più.
– Adesso siamo solo consapevoli, siamo nel mezzo della tempesta ma non cambia nulla rispetto al modo in cui dobbiamo affrontarla.
– E come la affrontiamo?
– Usando la testa, mettendoci il cuore, avendo rispetto per la vita, prendendoci cura dell’essenziale.
(Gabriela Pannia)
Per il quieto vivere non trattengo più nulla,
a lungo andare avvelena.
La quiete la preferisco dentro, anche se fuori devo attraversare qualche piccola tempesta.
(Gabriela Pannia)
Arriveranno le tempeste, e colpiranno lasciando segni indelebili sulla pelle e nelle profondità dell’anima. Poi, quando la speranza sembrerà scemare, tornerà il sereno. E non sarai lo stesso, né il mondo per te lo sarà, né chi ti sta attorno. Guarderai con occhi nuovi, valuterai con più rigore, vorrai accanto persone marchiate con le tue stesse cicatrici, e non quelle che fanno drammi per un graffio. O che giocano a recitare la parte dei vissuti avendo l’anima intonsa, la vista corta e la serenità essenziale comodamente servita su vassoi d’argentea ignoranza. (Gabriela Pannia)
31/10/2015
Non c’è tempesta che possa prevaricare sulla potenza di una speranza issata come bandiera sul vascello del cuore. (G. Pannia)
17/12/2015
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